Icona sin dalla sua creazione negli anni Trenta, compagna di viaggio ideale, una borsa che continua a trascendere epoche e scopi con il suo design pratico ed elegante. Parliamo della Keepall di Louis Vuitton, weekender bag, esempio calzante di quella “Art of Travel” che è da sempre un valore quintessenziale della griffe parigina, diventata nel ‘900 un colosso luxury mondiale proprio soddisfacendo le richieste di un’affluente élite di globetrotter, abituata a spostarsi da un capo all’altro del pianeta col relativo seguito di bagagli. Questa borsa cilindrica, nello specifico, è stata la prima flessibile e destrutturata mai prodotta dalla maison, una rivoluzione rispetto alle ingombranti valigie rigide in uso al tempo.
Nel caso ci fossero dubbi sulla portata iconica della Keepall, basti considerare poi che la borsetta probabilmente più famosa di Vuitton, il bauletto Speedy, arrivò sul mercato negli anni Trenta come versione mini della sacca in stoffa imprimé.
Pensata per un pubblico maschile ma di fatto unisex, le sue misure sono rimaste pressoché immutate fino ad oggi: le cifre delle quattro differenti denominazioni (45, 50, 55, 60) ne indicano la lunghezza, e corrispondono ad altrettanti formati; munita di tracolla staccabile, foderata in cotone, ha doppio manico e finiture (compreso il porte adresse, personalizzabile su richiesta con le iniziali del cliente) in vacchetta chiara, mentre il tono delle minuterie metalliche si accorda alla colorazione del corpo, e può essere dorato, argentato o nero opaco.
Tra tutti i brand di lusso, Louis Vuitton può vantare probabilmente il record di borse più “imitate” al mondo. Il materiale principe è il Monogram canvas marrone, tessuto impermeabilizzato rivestito, sin dalla sua introduzione nel 1959, dall’inconfondibile monogramma LV, una stampa che travalica le qualità, peraltro eccellenti, dell’oggetto in sé, eternandolo come status symbol. Il modello primigenio, tuttora in produzione, è stato affiancato via via da una cospicua quantità di alternative in pellami e fantasie dissimili, da quelle in tela Damier Ebène o Graphite (affini all’originale per consistenza e allure classicheggiante) al lusso smodato dell’ultima arrivata per l’autunno, un mix di vitello e coccodrillo, dalla sobrietà irreprensibile della pelle scurissima alla sferzata vitaminica delle Bandoulière con dettagli color evidenziatore.
Le edizioni speciali della Keepall create dagli artisti
Nel corso degli anni, la Keepall ha ispirato numerosi artisti che hanno reinterpretato il famoso borsone, donandogli nuova vita ed energia. Come l’artista e fashion designer americano Stephen Sprouse, che ne ideò una dissacrante versione ricoperta da fluorescenti graffiti, la Keepall Graffiti Monogram. O come il visionario artista giapponese Takashi Murakami che nel 2003 ne creò una versione neopop in Monogram Multicolor. Tutti esemplari reperibili, a distanza di anni, solo nei circuiti del collezionismo, a prezzi da capogiro. Nel 2005, invece, presentò la Keepall Monogram Cerises, decorata con divertenti e colorate maxi ciliege e nel 2008 svelò la Keepall Monogramouflage, nella quale il pattern camo si mixava al monogramma della griffe. Mentre nel 2012, nell’ufficio stile di Vuitton nacque una Keepall realizzata grazie al contributo di una delle più grandi protagoniste dell’arte contemporanea, Yayoi Kusama.
Abbiamo visto una Keepall in centinaia di film, sulle passerelle, tra le star e indosso alle icone più influenti della storia. Nel secolo scorso era un’appendice chic alle mise da viaggio di Catherine Deneuve, Liza Minnelli o Joan Collins, fra i tanti, illustri possessori odierni troviamo David Beckham, Kanye West, Bradley Cooper, Drake, Travis Scott e Kate Moss.
Parafrasando Carrie Bradshaw di Sex and the City, per spiegare le ragioni di un successo così duraturo si potrebbe forse ricorrere a una formula tanto semplicistica quanto efficace, che la scrittrice über fashionista interpretata da Sarah Jessica Parker pronunciava, disperata, di fronte al rapinatore che stava per rubarle l’adorata Baguette di Fendi: “This is not a bag, it’s a Keepall!”.